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INNOSTARS AWARDS 2021
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The 10 finalist teams of 2021
Dopo aver ottenuto l’accesso alla competizione INNOSTARS AWARDS 2021 Jemtech si è classificata tra le prime migliori dieci startup aggiudicandosi un premio di 25.000€
J.E.M. Tech (Italy): È consuetudine dire che “il cuore è una pompa”, ma è estremamente difficile comprendere “come funziona questa pompa”, specialmente durante le diverse fasi dell’intervento chirurgico. Attualmente la meccanica del cuore viene valutata principalmente in modo visivo dai chirurghi e l’unica tecnologia ampiamente utilizzata in sala operatoria per aiutare la valutazione è l’Ecocardiografia Transesofagea, che presenta diverse limitazioni. J.E.M. Tech mira a superare questi problemi con il Videocardiografo (VCG): un dispositivo clinico non invasivo basato su una singola telecamera 3D e un software di intelligenza artificiale in grado di valutare quantitativamente la funzione meccanica del cuore in tempo reale.
Nanoker Research (Spain)
Theresa Kit (Hungary)
PhotoBioCure (Poland)
APPERCELL (Hungary)
Neurosalience (Estonia)
T-Control (Spain):
Tully (Romania):
E-Chem® (Portugal)
LEDD (Romania)
Gazzetta di Parma
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A new chapter for perioperative assessment of function?
European Journal of Cardio-Thoracic Surgery
Rozzi et al. [1] present an update on the novel method of acute intraoperative assessment of right ventricular function before and after pulmonary valve replacement (PVR) late after repair of tetralogy of Fallot. By placing a virtual marker on the surface of the heart they assess cardiac kinematic parameters immediately pre- and post-PVR: displacement, perimeter, contraction velocity, cardiac fatigue and energy expenditure. Exponential correlations, albeit with low coefficients, are made with right ventricular end-diastolic volume (RVEDV) index from preoperative magnetic resonance imaging (MRI) and a cut-off value of 147 ml/m2 is found to predict immediate functional recovery. Based…
© The Author(s) 2021. Published by Oxford University Press on behalf of the European Association for Cardio-Thoracic Surgery. All rights reserved.
This article is published and distributed under the terms of the Oxford University Press, Standard Journals Publication Model (https://academic.oup.com/journals/pages/open_access/funder_policies/chorus/standard_publication_model)
https://academic.oup.com/ejcts/advance-article-abstract/doi/10.1093/ejcts/ezab061/6132068
Jem Tech vince il Premio Speciale EIT Health InnoStars al Premio Nazionale per l’Innovazione 2020
Mentre la JEM Tech delle Università di Parma e Verona, con una innovativa tecnologia di imaging cardiaco, ha vinto il premio speciale EIT Health InnoStars. I risultati sono arrivati dalla finale del Premio nazionale innovazione 2020, tenutosi a Bologna, e che ha visto quattro emiliano-romagnole tra sedici finaliste in gara. AgroMateriae, già tra i finalisti della Startcup Emilia-Romagna, si occupa della trasformazione in larga scala degli scarti agro-industriali in nuovi prodotti per l’industria della plastica. Al team di AgroMateriae, oltre ad un assegno da 25 mila euro, il riconoscimento prestigioso nel panorama dell’innovazione italiana. L’idea alla base del progetto d’impresa è di due giovani ingegneri, Alessandro Nanni e Nikolas Gallio, e del professor Massimo Messori, ordinario di scienza e tecnica dei materiali del dipartimento di Ingegneria di Unimore. Oltre al risultato di AgroMateriae, JEM Tech (terza classificata alla StartCup Emilia-Romagna), fondata da un team di ricercatori delle Università di Parma e Verona, si è aggiudicata il premio speciale EIT Health InnoStars. Il risultato le dà la possibilità di partecipare al primo incontro degli InnoStars Awards 2021, un programma di incubazione d’impresa dedicato ai team provenienti dall’Italia, Portogallo, Polonia e Ungheria. JEM Tech ha realizzato una innovativa tecnologia di imaging cardiaco (tecnica diagnostica per ottenere immagini del cuore) per la valutazione della funzionalità meccanica dell’organo in sala operatoria, sviluppata da un team delle Università di Parma e Verona. Le startup innovative dell’Emilia-Romagna iscritte nell’albo nazionale, al 23 novembre 2020, sono 971. In Emilia-Romagna il sostegno alla nascita di imprese innovative basate sulle alte competenze e provenienti dalle Università è avviato e consolidato da tempo.
LEGGI RASSEGNA STAMPA DELPREMIO
Start Cup Emilia-Romagna 2020: due progetti di studenti Unipr al primo e al terzo posto
La vittoria alla startup SanChip fondata da laureati dell’Ateneo, il terzo posto al progetto J.E.M. TECH di un team delle Università di Parma e Verona
Innovazione, Parma brilla in regione con due progetti
Sono i progetti Real Time Ocm della startup di Parma San Chip, K3RX del Cnr di Faenza, e Jem Tech, fondata da dottorandi delle università di Parma e Verona, i vincitori sul podio della Startcup Emilia-Romagna 2020.
Si sono aggiudicati, nell’ordine, i premi da 10mila euro, seimila euro e quattromila euro.
I premiati sono stati annunciati al termine dell’evento finale in cui i dieci team finalisti hanno presentato i loro progetti ad una giuria di esperti e investitori.
Real-Time Ocm è un dispositivo integrabile e controllabile da remoto per l’analisi di lubrificanti in-situ e real-time per la manutenzione predittiva di macchinari. Lo staff vincitore è composto da Marco Cozzolino, Denise Pezzuoli e Leonardo Mattioli, amici dal tempo del liceo, poi laurea magistrale in Fisica all’Universita? di Parma e dottorato di ricerca in Fisica all’Università di Genova e all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova per Marco e Denise, mentre Leonardo, si è laureato in Automotive Engineering al Politecnico di Torino e da sei anni lavora in Inghilterra nel settore automobilistico e dei motori.
Secondo classificato il progetto K3RX Ceramics Extraordinary: si tratta di un nuovo materiale resistente a temperature estremamente alte da impiegare nel mercato aerospaziale, realizzato da un gruppo di ricercatori del Cnr di Faenza.
Terzo posto per il progetto Jem Tech, un’innovativa tecnologia di imaging cardiaco per la valutazione della funzionalità meccanica del cuore in sala operatoria, sviluppata da un team di Phd delle Università di Parma e Verona.
Assieme ai tre vincitori, la giuria ha selezionato altri due progetti che concorreranno al Pni – Premio Nazionale per l’Innovazione in programma all’Università di Bologna dal 30 novembre al 4 dicembre. Si tratta di: Zenit Smart Polycrystals, il progetto di un team composto da ricercatori dell’Cnr-Istec di Faenza per la realizzazione di materiali innovativi per sorgenti laser più efficienti, miniaturizzate e meno costose e di AgroMateriae, un progetto d’impresa accreditato all’Università di Modena e Reggio che si occupa della trasformazione in larga scala degli scarti agro-industriali in nuovi prodotti per l’industria della plastica.
La Start Cup Emilia-Romagna è la competizione per idee d’impresa innovative organizzata da Art-Er e dalla Regione Emilia-Romagna: un percorso per favorire la nascita di nuove imprese ad alto contenuto innovativo che ha coinvolto incubatori, associazioni industriali e pubbliche amministrazioni su tutto il territorio regionale.
L’edizione 2020, dedicata a progetti nei settori Life-sciences, ICT, Cleantech & Energy, Industrial, è stata supportata da Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna, Iren Spa e dall’Ati composta dall’Ordine degli ingegneri delle province di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza.
https://parma.repubblica.it/cronaca/2020/10/23/news/innovazione_parma_brilla_in_regione_con_due_progetti-271570456/
Startcup Emilia Romagna – JEM Tech – Intervista ai finalisti
Dispositivo per la valutazione in sala operatoria della funzionalità meccanica del cuore.
Ne parliamo con il CEO e co-founder Giacomo Rozzi
Di cosa si occupa la vostra startup?
Abbiamo messo a punto un dispositivo medicale innovativo, chiamato videocardiografo, in grado di valutare in maniera non invasiva la funzionalità meccanica del cuore dei pazienti sottoposti a cardiochirurgia in sala operatoria. L’obiettivo è prevenirne la mortalità: riusciamo a farlo perché la nostra tecnologia, basata sull’intelligenza artificiale, permette ai clinici di creare terapie personalizzate in base al “battito” del cuore del paziente. In questo modo puntiamo a ridurre i tempi di permanenza in terapia intensiva, fornendo ai pazienti una migliore prognosi e riducendo al contempo i costi per la sanità.
Da chi è composto il team?
I founder siamo io, Giacomo Rozzi, che della startup sono anche il CEO, Enrico La Rosa, il CFO, e il CTO Francesco Barresi. Al team si sono aggiunti Francesco Lo Muzio, Francesco e Mattia Fontana. In sei copriamo tre macro aree. Dell’area clinica e della ricerca di base me ne occupo io con Francesco Lo Muzio: siamo rispettivamente Ph.D e dottorando in Scienze cardiovascolari e abbiamo lavorato a lungo insieme. A Enrico, sistemista da oltre vent’anni, e a Francesco Fontana, laureato in economia delle tecnologie digitali, competono la parte economico-finanziaria mentre ai software developer Francesco Barresi e a Mattia Fontana quella relativa allo sviluppo tecnologico. Grazie alle competenze acquisite negli anni di studi e all’esperienza maturata sul campo, riusciamo a essere autonomi dello sviluppo del prodotto, il nostro videocardiografo.
Come è nata l’idea?
L’illuminazione è arrivata il giorno in cui per la prima volta, in sala operatoria, ho dovuto seguire un bambino affetto da ipoplasia, nato cioè con un solo ventricolo anziché due. Visto che di solito mi occupavo di pazienti adulti con bypass, ero molto emozionato di iniziare qualcosa di nuovo visto che quel tipo di operazione è molto delicata e complicata. Quello che non avevo messo in conto fu la mia reazione di fronte a quel neonato di tre mesi disteso in quel letto enorme ma invisibile per la quantità di tubi e flebo che lo coprivano. Mi iniziarono a tremare le gambe e mi sono immaginato i suoi genitori disperati: ho ripreso lucidità e ho capito in quel momento che dovevo fare qualcosa di concreto. Ecco come è nata l’idea del videocardiografo: se il macchinario da un lato dà indicazioni sul «battito del cuore» durante l’operazione, dall’altro offre una speranza in più ai pazienti e ai loro cari in attesa in quei momenti così drammatici.
A che punto siete?
Abbiamo lavorato duramente per portare la tecnologia il più avanti possibile e possiamo dire di essere soddisfatti. Abbiamo un prototipo TRL 6 con richiesta di deposito di brevetto nazionale e internazionale. Dopo la Start Cup ci costituiremo per non perdere tempo: abbiamo notato un notevole interesse per la nostra soluzione da parte dei tanti clinici con cui abbiamo avuto modo di parlare. Abbiamo in programma uno studio multicentrico con ospedali di spessore in tutta Italia tra cui le Molinette di Torino, il Bambin Gesù di Roma e l’AOUI di Verona dove io e Francesco Lo Muzio abbiamo svolto il dottorato oltre che con lo Charitè di Berlino. Inoltre, hanno già dimostrato interesse in una collaborazione l’Ospedale Gemelli di Roma su una tipologia specifica di pazienti ma siamo in contatto anche con il reparto di cardiochirurgia di Bari. Non vediamo l’ora di cominciare!
Quali sono i punti di forza e quelli di debolezza di Jem Tech?
Senza dubbio il team e la sua composizione sono il valore aggiunto della nostra startup. Abbiamo tanta determinazione e quel pizzico di follia che ci fa pensare out of the box. Occorre considerare anche che il problema che andiamo a risolvere è molto sentito in cardiochirurgia e questo ci dà fiducia. La nota dolente invece è la parte economica: per entrare nel mondo del medicale servono davvero tanti soldi e investimenti importanti. Noi speriamo che qualcuno capisca le potenzialità a 360° del nostro progetto e sui finanziamenti speriamo si possa attingere anche dai fondi europei che saranno messi a disposizione per la sanità nel prossimo futuro.
Vi ha travolto una pandemia nella creazione della vostra startup: come ha inciso il Covid?
Noi ci siamo reinventati. Per quanto riguarda il prototipo, non ci sono stati rallentamenti dal momento che era stato costruito nel 2017. Abbiamo colto l’occasione per concentrarci di più sul progetto, ognuno per la sua parte. In particolare, ho avuto molto tempo per leggere e approfondire certi temi che non mi erano familiari relativi alla pianificazione di una startup anche grazie al percorso affrontato con la Start Cup. Ogni minuto libero ci è servito per attaccarci al telefono e conoscere persone che ci avrebbero potuto aiutare a crescere. Abbiamo stretto molte mani anche se virtualmente!
Cosa vedete nel vostro futuro?
Questa è una domanda sempre molto difficile perché quello che vediamo nel futuro è quello che speriamo si realizzi. Stando con i piedi per terra, entro cinque anni ci vediamo come una realtà ben affermata in Italia circa la valutazione intraoperatoria della funzionalità meccanica cardiaca. Al momento puntiamo all’Italia e chissà, magari potremo presto allargare i nostri orizzonti. Visto come abbiamo a cuore questo progetto, desideriamo davvero essere d’aiuto a tutte quelle persone si ritrovano in sala operatoria con tutte quelle incognite sulla loro sopravvivenza. Ecco, quando vedremo all’opera il nostro macchinario sapremo che la nostra vita sarà stata ben spesa.
Start Cup Emilia Romagna Parma in finale con 3 progetti dell’Università
Le tre start-up sono SanChip, dispositivo per la manutenzione di macchinari, Umbioprint con biostampa Hd e J.E.M.Tech per la valutazione non invasiva del cuore.
Dei 10 progetti approdati alla finale della Start Cup Emilia Romagna dopo la «pitching session» di fine giugno, tre sono «targati» Università di Parma. Il team di Marco Cozzolino propone SanChip, basato su un dispositivo che analizza lubrificanti in-situ e in real-time per la manutenzione predittiva di macchinari nei settori energia e trasporti; Il secondo progetto parmigiano è di Ruben Foresti: si chiama UmBioprint ed è incentrato sull’i n geg n e r i z za z io n e certificata di strutture biologiche attraverso tecnologie di biostampa Hd; Infine Giacomo Rozzi ha affrontato la selezione e affronterà la finale alla guida di J.E.M.Tech, che riguarda la valutazione non invasiva del cuore attraverso l’intelligenza artificiale. I team hanno presentato alla giuria e ai partner della competizione i propri progetti imprenditoriali innovativi, selezionati già nella prima fase della Start Cup, ottenendo un ottimo risultato. «Siamo molto orgogliosi – commenta il pro rettore alla terza missione Fabrizio Storti – che ben tre dei dieci team finalisti della più importante business plan competition in regione Emilia-Romagna provengano dalla nostra Università. Crediamo fortemente nel ruolo che le nuove iniziative imprenditoriali a elevato grado di innovazione potranno assumere nel prossimo futuro
nella transizione verso un sistema socioeconomico più sos te n i bi l e. Per questo l’Ateneo si muove sia sul piano della formazione all’imprenditorialità sia creando opportunità attraverso strette relazioni con il mondo produttivo del nostro territorio, con cui infatti sosteniamo da tempo e in modo convinto l’iniziativa Start Cup Emilia-Romagna. Un plauso va ai nostri gruppi finalisti con l’augurio di vederli progredire al meglio nella competizione e con l’impegno a sostenerli fattivamente nel loro programma di sviluppo». La StartCup ER 2020, business plan competition per progetti d’impresa collegati a Enti di ricerca e Università dell’Emilia Romagna, è nata con lo scopo di favorire la nascita di start-up ad alto contenuto innovativo. È coordinata dal consorzio regionale Art-Er e, sul territorio di Parma, si avvale di un partenariato costituito da Università di Parma, Unione Parmense degli Industriali, Smile Digital Innovation Hub, Associazione On/Off, Camera di Commercio di Parma, Legacoop Emilia Ovest e Le Village by Crédit Agricole Parma. Per l’Ateneo di Parma è supportata dallo staff del Tecnopolo di Parma – Ricerca e Trasferimento Tecnologico (tecnop o l o p r @u n i p r. i t ) .
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